Il kudurru era una stele utilizzata come pietra di confine e come registro delle concessioni di terra ai vassalli dei Cassiti nell'antica Babilonia tra il XVI e il XII secolo a.C.. La parola in lingua accadica significa "frontiera" o "confine" (cf. ebraico גדר "gader", recinto, limite; arabo جدر "jadr", جدار "jidar" 'muro'; pl. جدور "judur"). I kudurru sono le sole opere d'arte rimaste del periodo di dominazione dei Cassiti in Babilonia, con esempi esposti al Louvre e al Museo Nazionale Iracheno.

I kudurru registravano le concessioni di terra dal re ai vassalli come memoria della sua decisione. L'originale veniva conservato in un tempio mentre la persona a cui era concessa la terra riceveva una copia di argilla da usare come pietra di confine per confermarne la proprietà legale.

I kudurru potevano contenere immagini simboliche di divinità che proteggevano il contraente e il contratto, maledicendo la persona che avesse rotto il contratto. Alcune di queste opere avevano anche un'immagine del re che concedeva la terra. Quando contenevano molte immagini, i kudurru venivano incisi su grandi lastre di pietra.

Note

Voci correlate

  • Sasso di Michaux

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • (EN) kudurru, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

Old European culture Kudurru

26 Kudurru original e cópia (Fonte acervo do autor). Download

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